I fattori di redditività dell'allevamento di crostacei

Affrontiamo quali aspetti incidano sulla scelta di tecnologia e soprattutto sulla redditività dell’allevamento di crostacei in generale e di quello dei gamberi e astici nello specifico

acquacoltura intelligente

Una brevissima introduzione nei tipi di allevamenti intensivi di crostacei

Premessa: l’acquacoltura è comunque complessa e dispone un ampia varietà di soluzioni tecnologiche.

In base all’entità dell’intervento umano viene distinta l’acquacoltura intensiva per indicare gli allevamenti in cui gli animali sono direttamente alimentate dall’uomo (quindi il termine intensivo non è legato con la concentrazione di biomassa nei bacini, come erroneamente un pubblico ampio spesso pensa).

L’acquacoltura intensiva è praticata sia su terraferma che in mare, ed è la forma di acquacoltura prevalente in Italia (Fonte: https://pofeamp.politicheagricole.it/) soprattutto in impianti a terra in bacini artificiali di dimensioni ridotti.

A loro volta, possiamo classificare gli allevamenti intensivi su terraferma in 3 tipi a base di riutilizzo dell’acqua: con l’acqua transitante utilizzando un unico passaggio dell’acqua, i sistemi di riutilizzo parziale dell’acqua (entrambi sono spesso anche di tipo stagno, quindi quelli che sfruttano le condizioni climatiche dell’ambiente naturale) e i sistemi a ricircolo, i quali impiegano le tecnologie avanzate per la somministrazione degli alimenti e la rimozione delle sostanze di scarto.

Perché gli allevamenti di crostacei vengono realizzati a terra e non in mare

I crostacei importanti commercialmente appartengono per la maggior parte al gruppo dei decapodi: sono per lo più carnivori e fondali, quindi vivono fra gli scogli dei litorali, su fondo roccioso, sabbioso o fangoso, da pochi centimetri di profondità a diverse centinaia di metri e spesso – a differenza dei pesci – non mangiano a mezz’acqua, ma raccolgano il nutriente dal fondo.

Ecco perché l’allevamento a terra è l’unica soluzione per un allevamento di crostacei, in quanto non è possibile – facendo uno studio di fattibilità economica e considerando l’aspetto comportamentale della specie – immaginare un allevamento in mare.

Allevamento a ricircolo è l'unico con la sostenibilità economica nel Mediterraneo

Un altro fattore da tener conto nella soluzione impiantistica per la gambericoltura europea è la temperatura – il gambero tropicale è detta specie termofila e richiede le temperature attorno a 28° per mostrare i maggiori tassi di accrescimento.

Quindi – nelle condizioni climatiche mediterranee dove in stagnicoltura si arriva al massimo per due mesi all’anno alle temperature ottimali – l’allevatore è costretto di applicare la tecnologia a ricircolo (detta RAS) per arrivare all’economicità di riscaldamento durante tutto l’anno, ciò pone la necessità di filtrare, permettendo il riutilizzo – fortunatamente riducendo anche la quantità richiesta – delle acque per eliminare continuamente le sostanze nocive, ma con un economicità della spesa.

Abbiamo creato un allevamento ittico all'impatto ambientale simile alla floricoltura

Si tratta di acquacoltura intelligente DINAQUA, ovvero di know-how del processo produttivo con apposito modello gestionale per una produzione che assicura un costante monitoraggio del prodotto stabulato tramite il sistema di gestione automatizzato, quindi con un controllo h24 dei parametri ambientali dell’esercizio, risolvendo i problemi inerenti ai fattori biologici esterni, consentendo migliore accrescimento delle specie allevate, ciò permette una programmazione molto accurata, ovvero significa un risultato economico maggiore rispetto alle tecniche tradizionali di allevamento

Cosa rende un allevamento di crostacei intelligente, quindi redditizio

Acquacoltura in ogni caso deve fare una svolta tecnologica – soprattutto per i motivi di redditività.

Ho sempre cercato di usare le soluzioni tecnologiche semplici, ma di vasto respiro. Il principio importante al livello impiantistico per qualsiasi allevamento è quello di creare i processi di gestione semplici, investendo in più nella soluzione tecnologica, ma senza complicare le cose. Sono io che sto dalla parte “dei bottoni”, devo essere in grado di governare ogni spesa del mio allevamento.

Quindi a livello dei materiali strutturali uso quelli che possano essere facilmente reperiti sul mercato locale, faccio ottimizzazione energetica e automatizzazione laddove mi serve per avere il risultato economico maggiore.

Ad esempio – la distribuzione degli alimenti spesso viene automatizzata, ma preferisco che gli operai diano i mangimi a mano perché in questo modo fanno – in primis – più controllo visivo sulla salute degli animali nei circuiti, e – in secondo luogo – posso privilegiare pastone morbido come un tipo di mangime, che mi da più flessibilità a livello gestionale.

Ed è un aspetto davvero importante dell’allevamento che ho ideato, soprattutto quando si tratta della maggiore voce di spesa di qualsiasi allevamento – la spesa per alimentazione. Nel mio impianto questa spesa diminuisce ancora di più a causa del migliore indice di conversione, ciò accade semplicemente perché gli animali vengono mantenuti nelle condizioni sane grazie al mio sistema di filtrazione continua che sviluppa complessivamente più di un ettaro di superficie attiva di filtrazione per ciascun modulo dell’allevamento.

Ovviamente gli operai devono essere formati e i dirigenti devono essere attenti per far si che il modello gestionale funzioni e si migliori nel tempo.

Ovviamente non devo creare nessun danno all’ambiente e quindi ho creato un impianto di allevamento intelligente di crostacei a terra con impatto ambientale simile alla floricoltura, ma con un risultato economico maggiore, rispetto alle tecniche di allevamento tradizionali.

il podcast

Nel nostro podcast “Acquacoltura come un business”, distribuito sulle piattaforme di ascolto gratuite abbiamo dedicato una serie da tre puntate dedicate alla tecnologia di allevamento di gamberi, dove il suo inventore – Prof. Roberto Rabiti – affronta gli aspetti più importanti dalla prima persona

Biofloc e allevamenti in mare a confronto con acquacoltura intelligente DINAQUA

Parliamo del Biofloc, una tecnologia alternativa rispetto all'acquacoltura intelligente DINAQUA che possa essere applicata all'allevamento di crostacei, quindi dei gamberi. Affrontiamo quali possano essere le problematiche dell'allevamento in gabbie in mare ed il perché dobbiamo optare esclusivamente per un allevamento a terra per la gambericoltura

Esperto: Roberto Rabiti, Resp. Ufficio Tecnico di DINAQUA, esperto dei sistemi a circuito chiuso

Conduttrice: Katerina Kuzina, Team Leader di DINAQUA

le opportunità

Elenchiamo brevemente quali possano essere le opportunità di finanziare l’iniziativa imprenditoriale tramite gli strumenti pubblici di finanza agevolata

FEAMPA 2021-2027

il Fondo Europeo (FEAMPA) dedicato alla acquacoltura, che viene rafforzato rispetto alla programmazione passata e nella nuova versione "evoluta" è più focalizzato sullo sviluppo del settore di acquacoltura europea, perché la lettera "A" che trova finalmente il posto nel acronimo lo è il testimone

Blu Innovation e Blue Economy

I programmi Blu Innovation e Blue Economy della Commissione Europea che sono stati lanciati nella programmazione precedente, che devono essere ulteriormente rafforzati come se fossero proprio un pezzetto di Horizon

PNRR

La parte di fondo complementare del PNRR per la digitalizzazione dell'agricoltura e il rafforzamento della Blue Economy

l'esperto

Dr. Roberto Rabiti

DINAQUA Project Manager, Esperto di sistemi a circuito chiuso

Dal 1972 si occupa di realizzazione degli impianti di acquacoltura in Italia e nei diversi paesi del Meditteraneo e del mondo. Una lista degli impianti progettati e realizzati include gli allevamenti di gamberi, astici, anguille, branzini, spigole, cefali, saraghi, pesce persico, lucci, tilapia e quant’altro.

Nel 2003 – 2005 ha diretto l’indagine sullo stato attuale della pesca e dell’acquacoltura in Toscana, dove ha svolto un ruolo dell’insegnante nel corso di formazione dei tecnici regionali di acquacoltura in qualità dell’esperto di sistemi a circuito chiuso. Qualche anno dopo ha partecipato nella progettazione integrata per lo sviluppo dell’acquacoltura nella regione Sardegna.

Alcuni paesi dove ha svolto la consulenza a livello internazionale e spesso governativo: Giappone, Filippine, Cuba, Senegal, Santo Domingo, Ghana, Cile, Brasile, Algeria, Tunisia.

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